Investighiamo su casi d'infedeltà dei dipendenti/collaboratori/soci e di violazione dei patti di non concorrenza per tutelare il patrimonio aziendale.
Operiamo per verificare eventuali attività e comportamenti che configurano la violazione giuridica dell’obbligo di fedeltà professionale, cercando di smascherare:
- dipendenti, agenti vendite e manager che “comunicano” con la concorrenza, facendole pervenire notizie di rilievo, listini prezzi, importanti aspetti del know how aziendale, progetti tecnici, etc
- sottrazione di fondi aziendali da parte dei soci o delle figure professionali vicine all’amministrazione aziendale
- collaboratori ed operatori commerciali che violano mandati monomandatari di vendita
Operiamo in sinergia con le aziende per il contrasto al fenomeno dell’infedeltà aziendale, individuando i fenomeni lesivi del patrimonio di beni, informazioni e risorse, messi in atto da dipendenti, manager, soci ed eventuali competitor.
L’obbligo di fedeltà, la cui violazione può essere rilevata come giusta causa per il licenziamento, si esplicita nell’obbligo di un comportamento leale del lavoratore nei confronti dell’azienda correlato alle regole di correttezza e buona fede.
Violazione dei patti di non concorrenza
Il patto di non concorrenza è una clausola contrattuale che può essere introdotta di comune accordo fra datore e prestatore di lavoro.
Essa limita la facoltà del prestatore di lavoro di svolgere attività professionali in concorrenza con l'azienda, a seguito di una cessazione del rapporto di lavoro.
Il lavoratore che viola tale patto può essere accusato di concorrenza sleale, mentre l'azienda che lo assume di concorrenza parassitaria.